#Sagra di San Giovanni
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In-depth Look into Como's Historical Sites and Tourism Potential
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東京美術館に「ローマ」という展示会が開催されています。美術大好きのイタリア人としてはその機会は欠かせなかったので、先週末に行きました。
Qualche mese fa, quando ancora non ero stata resa schiava, mi ero resa conto che stavo perdendo il mio tempo libero nel weekend a fare poco e niente. E mi sono domandata: ma cosa facevo in Italia? Ah sì, andavo ai musei. Ma ci andavo sapendo cosa c'era dentro, perché conosco almeno una infarinatura della storia e della storia dell'arte europea, che mi appartiene.
Conosco e ho studiato anche quella giapponese che, per carità di Dio, ha i suoi pregi e il suo fascino ma... non credo sia all'altezza della nostra (sorry not sorry).
Quel giorno però mi misi a cercare qualcosa che avrebbe potuto interessarmi e incappai nella mostra perfetta per me: una mostra su ROMA, nel Tokyo Metropolitan Art Museum (più facile in giapponese ma vabbè, lo faccio per voi lettori). La mostra era una collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, dove non sono mai stata.
La settimana scorsa non ho perso tempo, ho comprato il biglietto e ci sono andata.
Che meraviglia: ho di nuovo sentito quell'emozione spirituale e quella pace dei sensi che solo l'arte può dare. Mi era mancata, tantissimo. E nel provarla ho sentito anche l'angoscia di non poterla provare più facilmente come ho fatto fino a quando ero in Italia, dove TUTTO È ARTE.
In Giappone nei musei è proibito fare foto nel 90% dei casi quindi mi è venuta l'idea di fotografare le cartoline delle opere che c'erano dentro. Tra le più importanti: una replica della famosa lupa che allatta Romolo e Remo e la Venere Capitolina.
Avrei voluto fare un check up ravvicinato fotografico alla Venere come feci con quella di Jago a Bologna per ricordare la grazia, la perfezione di quell'opera così antica ma perfettamente sobria in tutti gli aspetti possibili. Ci ho girato in tondo due volte, a passo lento, per osservare tutto: il volto, le mani aggraziate, le cosce, le natiche, il sedere, la schiena...
Ma la sorpresa più bella è stata trovare senza nemmeno saperlo un quadro del Tintoretto e poi anche il mio amato Guido Reni (!!!) con la sua "Lucrezia". Firma immancabile del pittore, lo sguardo verso l'alto che in questo quadro ti scioglie peggio che nel San Sebastiano.
I giapponesi non facevo che guardare le cose e ripetere le solite esclamazioni del cazzo: sugoi, subarashii... "tanto non capirete mai a pieno la grandezza di quello che state vedendo, capre che non siete altro", dicevo nella mia testa. Ed infatti è stato pure scritto a chiare lettere che nell'era Meiji siamo stati proprio noi a far capire qualcosa di arte vera a sti poveri coglioni. In particolare furono Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti a insegnare la nostra arte in questa povera terra di stupidi (nomi mai sentiti ma su cui dovrò assolutamente farmi una cultura).
La dimostrazione della loro stupidità è stata il bookshop che con la mostra non c'entrava quasi un cazzo. Infatti un'intera parete era piena di prodotti italiani artigianali e di alta qualità (dalla pasta di Gragnano ai grissini e ai cuneesi) proprio come se fossimo a una sagra Coldiretti. Il resto del bookshop era roba da merchandise come se la mostra fosse stato un concerto: magliette e felpe di tutti i tipi, gomme da cancellare con la forma dei busti, latte di cioccolatini con la Venere stampata, peluche della lupa (che è diventata tipo un mostriciattolo peloso) e per finire un tovagliolo con sempre la lupa mostricciolo e la scritta "dammi il latte" (perché ha appunto allattato Romolo e Remo).
Cosa non farebbero sti stronzi per vendere...
#c'è della genialità per carità di Dio#ma sono geniali solo in queste cacate del cazzo#che oltretutto ha banalizzato un'intera mostra d'arte#che dire#ps: le immagini della venere e di lucrezia le ho prese dal web sennò mi cacciavano a calci nel culo#my life in tokyo#東京美術館#東京#展示会#美術#イタリア美術
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Motoraduno internazionale Madonnina dei Centauri 2023 a Castellazzo Bormida ad Alessandria
Con l’inizio di luglio tra Alessandria e Castellazzo Bormida tornano a rombare le moto per l’edizione numero 78 del Motoraduno internazionale Madonnina dei centauri, dove saranno tanti gli appassionati in arrivo dall’estero. Gli eventi saranno organizzati dal Motoclub di Alessandria e di Castellazzo e si comincerà venerdì 7 luglio alle 12 con l’apertura dell’area raduno in viale della Repubblica e alle 16 si partirà per la gita nel comune di Masio dove ci sarà un aperitivo con vista panoramica del Monferrato. Per la serata nell’area raduno ci saranno stand gastronomici e musica dal vivo e sabato mattina il giro turistico nell’alto Monferrato andrà nel territorio di Fubine e nel primo pomeriggio a Maranzana. Alle 18 le delegazioni straniere si dirigeranno verso Alessandria per il picchetto d’onore, poi si partirà alla volta di Castellazzo per la cerimonia religiosa nel Santuario della Creta, patrona dei centauri. Sul piazzale ci saranno le autorità locali con l’assegnazione delle damigelle d’onore ai primi centauri mentre Monsignor Gallese celebrerà la messa. Domenica da Alessandria si formerà una colonna motorizzata che dal palazzo vescovile si dirigerà verso il Santuario e li, dopo la funzione religiosa, un nuovo corteo con in testa le autorità e il comitato d’onore tornerà in città per la parata conclusiva in piazza Garibaldi, con le premiazioni nel pomeriggio. Il programma ufficiale a Castellazzo vedrà nel Santuario la mostra Moto d’epoca con la possibilità di ammirare pezzi unici, oltre al campeggio nel parco San Francesco per accogliere i centauri in arrivo. Nel paese il motoraduno coincide con la tradizionale Sagra del raviolo del plin e della cima insieme anche alla Mezzanotte bianca. La storia del Santuario della Creta cominciò quando Giovanni Viola, per ringraziare la Vergine di essere scampato alla peste, nel 1631 fece erigere una chiesetta campestre, con un campanile con una sola campana e il soffitto composto di cassettoni di legno artisticamente lavorati. Sull’altare della chiesa c’era un quadro di Maria col titolo della Beata Vergine di Crea, quadro che oggi e sull’altare maggiore del Santuario. Morto il fondatore, la chiesetta fu demolita nel 1764 e il quadro della Vergine venne sistemato in una nuova parrocchia, ma molte persone, in viaggio per Alessandria, si fermavano in quel luogo a pregare, al punto che l’Arciprete nel 1781fece edificare un pilone in mattoni e incaricò il pittore Giovanni Battista Bagliani di Bergamasco di dipingere un’immagine della Vergine, ancora oggi visibile nella rotonda a fianco dell’attuale Santuario. Nel 1797 fu avviata la costruzione di una nuova chiesa, ma i lavori furono interrotti dopo la battaglia di Marengo nel 1800, quando l’area destinata all’edificazione divenne il cimitero per i caduti dell’esercito di Napoleone. Solo nel 1842 ripresero i lavori e il nuovo santuario fu benedetto l’8 novembre 1846 dal Vescovo di Alessandria, l’effigie della Beata Vergine tornò alla sede originaria e fu costruita una rotonda, ora parte del Santuario. Ma come fu che la Beata Vergine divenne la Madonnina dei Centauri? Questa storia, che coincide con la storia del Moto club di Castellazzo Bormida parte nell’inverno 1933 quando il farmacista di Castellazzo, Marco Re, e un fabbricante di ghiaccio, Giovanni Moccagatta, unite dalla passione per le due ruote, presero parte al Raduno dei Centauri di Roma del 24 maggio dello stesso anno, con 7 motociclisti castellazzesi, e sfilarono per via dei Fori Imperiali alla tassativa velocità di 80 km/h, assieme ai10.000 partecipanti del Raduno. Il 2 marzo del 1934 Marco Re proclamò la Beata Vergine di Crea come la Patrona del Moto club. Negli anni successivi il moto club vide aumentare il numero degli iscritti, che parteciparono a molti motoraduni. L’8 settembre 1946 a Castellazzo Bormida si tenne il primo Convegno motociclistico internazionale della Madonnina dei Centauri, che vide la presenza di molti nomi importanti del motociclismo italiano e straniero. Dall’anno successivo il motoraduno fu ufficialmente iscritto nel calendario internazionale. Il 6 marzo del 1947 giunse da Roma l’annuncio che, con il Breve Apostolico 17/47 dell’11 febbraio 1947, papa Pio XII proclamava la Beata Vergine di Crea, venerata nel santuario di Castellazzo Bormida, la patrona dei motociclisti. Oggi un gran numero di ex voto, custoditi nel santuario, racconta di come la dedizione alla Madonnina del Centauri continui ancora oggi, con motociclisti che arrivano da tutta la penisola e non solo. Read the full article
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Sortino, la chiesa madre dedicata a San Giovanni Evangelista.
Per me, ogni più piccolo paesino siciliano è come un arazzo in cui la storia ha intessuto ed annodato nell’ordito della natura e dei luoghi siciliani la trama di vicende e avvenimenti creando un disegno con migliaia e migliaia piccoli fili più o meno colorati che sono le vite di migliaia e migliaia di uomini. Così quel bellissimo disegno che vedi sul davanti dell’arazzo, per quanto bello e affascinante è solo un riassunto del passato e quindi il punto d’inizio di un futuro probabile. Prendi ad esempio Sortino. Potrei dire che si arriva a Sortino lasciando Siracusa e poi attraversando l’Anapo e salendo verso uno sperone roccioso triangolare circondato da burroni, mandorli, olivi e carrubi. Già queste poche righe sono densi di fatti, persone e storia. L’Anapo ad esempio è il fiume che Quasimodo, poeta siciliano e dimenticato Premio Nobel per la poesia, cita spesso nei suoi versi quasi cardine tra la Sicilia passata dei miti greci e quella da lui vissuta nel ricordo struggente e desiderio inquieto (Alle sponde odo l'acqua colomba / Ànapo mio, nella memoria geme /al suo cordoglio/ uno stormire altissimo). Lasciando quindi il fiume si sale verso Sortino ripercorrendo, la strada percorsa dagli sconfitti Ateniesi quando cercarono di vincere Siracusa e dovettero invece fuggire su quelle alture piene di grotte profonde ed ospitali dove eterna era la mitica città nascosta di Pantalica ricordata più volte dallo scrittore Vincenzo Consolo ( ...arrivammo a Pantalica, l'antichissima Hybla, ci arrampicammo su per sentieri di capre, entrammo nelle tombe della necropoli…). Si arriva quindi al paese collocato su quello sperone triangolare che ti dicevo a dominare i profondi precipizi che lo circondano e con ancora i resti del castello dei Gaetani, nobili signori che per tredici generazioni lo dominarono facendosi ricchi e potenti con la sua ricchezza di acqua e di alberi. Ora restano poche vestigia a ricordare il terribile terremoto che seppellì con esso i nobili signori che lo ospitavano. Di terremoti Sortino ne ha avuti diversi, compreso quello terribile del 1693 in cui venne completamente distrutto. Il paese risorse, per testardaggine degli uomini e per la ricchezza dei luoghi rinascendo non più medievale ma barocco con la chiesa madre riedificata nel nuovo stile fatto proprio dagli architetti siciliani. All’interno quadri del pittore D’Anna e affreschi del Cristadoro che affrescò anche le altre chiese della nuova Sortino. Da quel tempo il paese prosperò con alterne fortune, ricco in mandorli e carrubi che rendeva le scoscese valli ricche di fiori tanto la sagra che caratterizza Sortino è quella del miele, quasi ad indicare la ricchezza, l’operosità ed l’abbondanza di Sortino. Come vedi nel parlare di Sortino, ti ho detto della ricchezza di storie, persone ed arte da cui nasce ogni nostro paese in Sicilia e questo non per vantare, disprezzare o discriminare, ma per donare, perchè il senso di essere isolani non è nell’essere isolati, ma nell'accogliere, nel conoscere ed accettare facendolo diventare, anche chi è estraneo, parte dell’arazzo in cui noi già siamo.
For me, every smaller Sicilian village is like a tapestry in which history has woven and knotted the plot of events in the warp of nature and Sicilian places, creating a design with thousands and thousands of small threads, more or less colored which are the lives of thousands and thousands of men. So that attonishing drwa you see on the front of the tapestry, however beautiful and fascinating it is only a summary of the past and therefore the starting point of a probable future. Take Sortino as an example. I could say that you get to Sortino leaving Syracuse and then crossing the Anapo and climbing towards a triangular rocky outcrop surrounded by ravines, almond trees, olive trees and carob trees. Already these few lines are full of facts, people and history. The Anapo for example is the river that Quasimodo, Sicilian poet and forgotten Nobel Prize for poetry, often cites in his almost verses between the past Sicily of the Greek myths and that he lived in the poignant memory and restless desire (On the banks of the water where / Anapo mine, in the memory it groans / at its condolence / an high rustling). Leaving the river then you go up to Sortino going back, the road traveled by the defeated Athenians when they tried to win Syracuse and instead had to flee on those hills full of deep and hospitable caves where eternal was the mythical hidden city of Pantalica remembered several times by the writer Vincenzo Consolo (... we reached Pantalica, the ancient Hybla, we climbed up goat paths, we entered the tombs of the necropolis ...). You then arrive at the village located on that triangular spur that I was telling you to dominate the deep precipices that surround it and still with the remains of the castle of the Gaetani, noble family who for thirteen generations dominated it, becoming rich and powerful with its wealth of water and of trees. Now there are few vestiges left to remember the terrible earthquake that buried the noble lords who hosted it with it. Sortino had several earthquakes, including the terrible one of 1693 in which it was completely destroyed. The town was revived by the stubbornness of men and the richness of the places, being reborn no longer medieval but baroque with the mother church rebuilt in the new style made by Sicilian architects. Inside there are paintings by the painter D’Anna and frescoes by Cristadoro who also frescoed the other churches of the new Sortino. From that time the town prospered with mixed fortunes, rich in almond and carob trees which made the steep valleys rich in flowers so much so that the Sortino festival is dedicated to the honey, as if to indicate the wealth, industriousness and abundance of the town. As you can see in speaking of Sortino, I told you about the wealth of stories, people and art from which each of our countries in Sicily is born and this is not to boast, despise or discriminate, but to give, because the sense of being an islander is not in the to be isolated, but in welcoming, in knowing and accepting making it, even the stranger, part of the tapestry in which we already are.
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Tragedia sfiorata al concerto, cede il palco e il musicista sprofonda, ferito
Tragedia sfiorata al concerto, cede il palco e il musicista sprofonda, ferito
Read More L’uomo è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento, non è in pericolo di vita The post Tragedia sfiorata al concerto, cede il palco e il musicista sprofonda, ferito appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Agrigento, joppolo, sabra, sagra, tragedia concertoL’uomo è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “San…
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Folta la nuvola bianca delle falene impazzite
turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette,
stende a terra una coltre su cui scricchia
come su zucchero il piede; l’estate imminente sprigiona
ora il gelo notturno che capiva
nelle cave segrete della stagione morta,
negli orti che da Maiano scavalcano a questi renai.
Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale
tra un alalà di scherani, un golfo mistico acceso
e pavesato di croci a uncino l’ha preso e inghiottito,
si sono chiuse le vetrine, povere
e inoffensive benché armate anch’esse
di cannoni e giocattoli di guerra,
ha sprangato il beccaio che infiorava
di bacche il muso dei capretti uccisi,
la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue
s’è tramutata in un sozzo trescone d’ali schiantate,
di larve sulle golene, e l’acqua séguita a rodere
le sponde e più nessuno è incolpevole.
Tutto per nulla, dunque? – e le candele
romane, a San Giovanni, che sbiancavano lente
l’orizzonte, ed i pegni e i lunghi addii
forti come un battesimo nella lugubre attesa
dell’orda (ma una gemma rigò l’aria stillando
sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi
gli angeli di Tobia, i sette, la semina
dell’avvenire) e gli eliotropi nati
dalle tue mani – tutto arso e succhiato
da un polline che stride come il fuoco
e ha punte di sinibbio….
Oh la piagata
primavera è pur festa se raggela
in morte questa morte! Guarda ancora
in alto, Clizia, è la tua sorte, tu
che il non mutato amor mutata serbi,
fino a che il cieco sole che in te porti
si abbàcini nell’Altro e si distrugga
in Lui, per tutti. Forse le sirene, i rintocchi
che salutano i mostri nella sera
della loro tregenda, si confondono già
col suono che slegato dal cielo, scende, vince –
col respiro di un’alba che domani per tutti
si riaffacci, bianca ma senz’ali
di raccapriccio, ai greti arsi del sud…
Eugenio Montale, “Primavera Hitleriana” da La bufera e altro, 1940-1954
#montale#eugenio montale#eugenio#primavera hitleriana#la bufera ed altro#firenze#scritti fiorentini#clizia#girasole#irma brandais#fascismo#giornata della poesia#letteratura#letteratura del 900#letteratura italiana
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Castro: la perla del Salento
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/castro-la-perla-del-salento/107588?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=107588
Castro: la perla del Salento
In provincia di Lecce esiste un paese tutto da scoprire: Castro.
Questa località non raggiunge nemmeno i 3000 abitanti, eppure ha tanto da raccontare.
A livello territoriale, Castro si divide in due parti principali: quella medievale situata su un promontorio e la zona bassa, nota come Castro Marina.
Dal punto di vista storico invece, sembrerebbe proprio che Castro abbia origini secolari.
Infatti, la denominazione deriva da “Castrum Minervae” (ossia fortezza di Minerva) e secondo una serie di testimonianze, ha a che fare con la dea greca risalente al III secolo a.C.
A tal proposito, qualche anno fu trovata una statua risalente a quel periodo e sembrerebbe proprio simboleggiare la dea Minerva.
Castro luoghi religiosi
In questo splendido borgo salentino, si ha la possibilità di visitare le seguenti chiese
La Chiesa dell’Annunziata, risalente al 1171 e molto probabilmente fu costruita sulle rovine di un tempio greco.
Tuttavia, nel corso dei secoli, la chiesa ha visto una serie di rinnovi, che hanno certamente modificato lo stile romanico iniziale.
Inoltre, all’interno è possibile trovare le tele della Madonna del Rosario, di Madonna Immacolata con i Santi Francesco d’Assisi e Francesco di Paola, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio, della Madonna con i Santi Gaetano di Thiene, Madonna con Sant’Antonio di Padova e il Beato Luca Belludi, della Vergine Immacolata con i Santi Filippo Neri, Francesco di Sales, della Visita di Maria a Sant’Elisabetta, Carlo Borromeo, Andrea Avellino e dell’Annunciazione.
Poi, tra i luoghi di culto bisogna citare certamente la basilica bizantina, che rappresenta il ricordo di una chiesa risalente al periodo medievale.
Nel corso del tempo, essa divenne un cimitero ma ancor oggi mostra le tracce del passato.
Infatti, sulle sue pareti si possono notare i segni di numerosi affreschi appartenenti a tre stili differenti e che mostrano le immagini del Redentore, di sant’Onofrio, e di san Giovanni Battista.
Successivamente, bisogna citare l’ex Palazzo Vescovile, situato sul versante orientale della chiesa dell’Annunziata.
Anch’esso, subì diversi restauri e rappresentò la residenza dei vescovi locali fino alla soppressione della Diocesi (nei primi anni dell ‘800).
Infine, tra le altre chiese simbolo di Castro, troviamo la Chiesa del Santissimo Sacramento (molto più recente, costruita durante la metà del ‘900) e la Chiesa della Madonna di Pompei.
Quest’ultima, fu edificata e resa santuario verso la fine del XIX secolo.
Invece, nel 1986 divenne una vera e propria chiesa.
Castro luoghi d’interesse
Come vi abbiamo già detto in precedenza, Castro è nota sia per la sua parte elevata su un promontorio ma soprattutto per quella costiera (Castro Marina).
Ed è proprio qui che è possibile trovare, la Grotta Zinzulusa, la Grotta Romanelli (e anche la grotta Palombara e la grotta Azzurra).
Grotta Zinzulusa
La Grotta Zinzulusa, è riconosciuta come unico sito carsico italiano tra i dieci mondiali indicati dal (KWI) dal Karst Waters Institute, per una questione di tutela ambientale.
A livello turistico, è certamente una delle località più belle del Salento. La sua denominazione, ha a che fare con la presenza di varie stalattiti e stalagmiti che di giorno, con luce del sole, fanno pensare ai tradizionali panni salentini, ossia gli zinzuli.
È difficile definire con esattezza quando possa essersi verificato il suo insorgimento naturale.
Tuttavia, stando alle testimonianze degli esperti, sembrerebbe proprio che la grotta Zinzulusa sia sorta tra i 3000-3500 anni fa, durante un’erosione avvenuta dall’acqua sul terreno.
Andando nello specifico, possiamo dire che la grotta si suddivisa in tre parti principali.
Chi decide di visitarla, può tranquillamente prenotare un bel giro in barca e una volta entrati nella grotta, si avrà modo di percorrere un sentiero a piedi. Qui, la guida turistica vi spiegherà nel dettaglio tutta la storia, le tradizioni ma soprattutto le leggende legate a questa bellezza paesaggistica.
Inoltre, c’è una zona in cui si ha la possibilità di tuffarsi, grazie alla presenza di una scaletta. Per chi soffre di vertigini può sembrare un po’ pericoloso ma in realtà è tutto a norma e sotto controllo.
Le acque in cui avrete modo di immergervi, vi regaleranno un’emozione unica…in quanto limpide e cristalline!
Grotta Romanelli
Non molto distante dalla Grotta Zinzulusa, è possibile trovare la Grotta Romanelli.
Essa fu la prima grotta italiana a presentare dei resti d’arte parietale risalenti all’era Paleolitica. Infatti, gli archeologici hanno trovato una serie di motivi incisi su osso e varie pietre a tema zoomorfo o antropomorfo.
Castro eventi
Tra gli eventi di maggior rilevanza a Castro, bisogna citare assolutamente la festa patronale in onore di Maria Santissima Annunziata.
Essa si celebra nei giorni che vanno dal 24 al 26 aprile: musica, luci, bancarelle, fuochi d’artificio, sono soltanto alcune delle caratteristiche di quest’evento.
Infatti, secondo la tradizione, ha luogo anche la sagra del pesce.
Poi, durante il periodo natalizio, troviamo un’affascinante rappresentazione storico medievale, denominata Natale in Contea. Si tratta di un presepe vivente ambientato nell’epoca medievale, esposto nella zona del centro storico.
E’ un’occasione davvero molto particolare, grazie anche alla presenza dei costumi, realizzati interamente a mano dalle sarte di Castro.
Tra gli altri eventi di Castro di una certa importanza, c’è la Madonna del Rosario di Pompei, che si celebra ad agosto (precisamente tra il 12 e il 13), attraverso uno spettacolo pirotecnico e una processione che avviene via mare.
Castro cucina
In questa magica perla del Salento, la buona cucina non manca affatto.
Infatti, a Castro avrete la possibilità di assaggiare numerose pietanze tipiche della Puglia ed in particolar modo della zona di Lecce. Tra i cibi più gettonati possiamo trovare:
Il pasticciotto
Il tortino di melanzane.
La pitilla (tipo di focaccia) e i calzoni
Le pucce, le pitte, le frise (ossia le friselle)
La scapece
Le faveneddhe e cicureddhe (purea composta da fave e cicorie)
Il pollo cusutu ‘n culu (il gallo ripieno)
La minata (ossia la sfoglia di pasta) …
Le pittule (le pettole)
E tanto altro ancora…
Castro come raggiungerla
A questo punto ci si chiede: come raggiungere Castro da altre località pugliesi?
Innanzitutto, bisogna dire che la località dista circa 48 km dalla città di Lecce. E’ un percorso che si può fare tranquillamente in auto (da Bari, percorrendo l’Autostrada A14 per poi passare all’Adriatica S.S. 16).
Anche da Taranto e da Brindisi, Castro si può facilmente raggiungere in auto, ma anche con i pullman regionali (in questo caso FSE).
Oppure, per chi dovesse provenire con l’aereo, gli basta scendere a Brindisi e poi scegliere il mezzo più comodo, in base alle proprie esigenze.
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Florentine Notes
This week my school sent me on an assignment to Florence for a day. I needed to complete an audit linguistico, conduct interviews in English and evaluate the levels of candidates applying to work for Trenitalia, Italy’s largest train company. It was not my first time traveling for work or conducting a language audit. The candidates typically come from smaller towns and villages spread out around a cultural centre like Florence, and each interview presents a fascinating opportunity to collect precious notes about i luoghi diversi. This time was no exception, and after eight hours of hard work, I left the venue with my notebook full of insider knowledge.
The first candidate of the day, Gabriele, came from Livorno and worked in a motorbike shop. His interesting fact about his hometown was ponce livornese, a special coffee beverage with rum and sugar. “It's similar to Irish coffee, also prepared with rum”, - Gabriele explained, “or a caffè corretto, prepared with grappa or brandy”. He secretely told me that the best ponce could be found in La Ponceria, located on Via Borra. I promised him to try it when I am in Livorno. “That would set the mood!”, - he laughed, “and then you should visit Terrazza Mascani, it’s a must, a terrace with a view on the sea”. I’d never been to Livorno and complimented his city, as in his words, it sounded wonderful. He replied that Livorno was an industrial city, a home to companies like Eni, gas and electricity provider, and Leonardo, a leader in the aerospacial military industry.
Having finished the first interview and written down my verdict of B2, I asked the next candidate in. After the initial introduction, I asked Marzia about her free time, and she told me she enjoyed hiking and had recently completed a one-year course to become an environmental guide. My next question was about important routes in Italy, and she told me about Francigena (La Via Francigena), a famous pilgrim route which used to take take travelers from France to Rome. "How long does it take to walk from France to Rome?" - I asked. “It’s 40 days. There was - here she stumbled for an English translation - un arcivescovo, called Sirgerico who traveled from France to Rome and wrote a diary. He was the one who counted it took 40 days” - she explained.
I asked Marzia about her hometown. She said she was born in Cassio del Lago, a small town near the Trasimeno Lake in the province of Umbria. Now, however, she lives in Camucillia, another little town close to Cortona, an Ethruscan city. When asked about typical foods, she told me about a traditional cake called Cortona, a type of pasta frolla with chocolate. “If you want to see the city, just take the regional train to come here, there is a train station just before Florence called Camucillia-Cortona” - and I noted another city to visit.
The next candidate came from a little town called Castillo Fiorentino, a place close to Arezzo with about 10.000 inhabitants. He mentioned that the old people were prevalent in the town's population. In June, they organise a historical celebration called Palio, similar to the one organized in Siena, but significantly smaller. Whereas in Siena they have 17 contrade (teams), in Castillo Fiorentino they only have 3, and each team has only 2 participants. He said that the typical dishes in the town were similar to those in Arezzo: trippa alla retina, cow's intestines and pappa al pomodoro, a soup made with old bread and tomatoes.
Federico was from Monterchi, a little town with only 1.700 inhabitants. It is famous for a painting of Piero della Francesca, called Madonna del Parto. “It depicts two angels opening a tend (as in Italian word tenda, curtain) unto a beautiful pregnant woman. "Madonna" in this painting is not the Virgin Mary. It's a simple woman. Every woman can see herself in the painting" - Federico explained. He said that very often pregnant women come to Monterchi to see the painting because they believe it brings good luck. It is also visited by women who cannot have children or fail to get pregnant and pray in front of the painting to be blessed with a child. “Piero della Francesca is an important Italian painter”, - Federico concluded. “Another famous work, Resurrezione (The Resurrection) can be found in San Sepolcro. And yet another one, Battesimo di Cristo, is exhibited in London, in the National Gallery.”
In the third week of September, the town organises a festival called Sagra della Polenta. Polenta is un piatto del povero, a dish of the poor, corn powder mixed with water. It can be grilled and served with meat and vegetables. Polenta is popular in the North of Italy. In Veneto region, there is a place called Polesine, named so because they eat polenta there. I added that northern Italians are often referred to as polentoni, whereas people of the South are often called terroni because they work on land, terra.
Another candidate from Pisa told me about a Christmas dessert called Panforte. It's a piece of bread with orange peels and grape paste. It is really sweet and and he advised that to enjoy the taste to the fullest you need to eat it with red wine.
Another candidate came from Colli Valdezza, a place famous for its resources of crystal and production of glass.
The last candidate before the lunch break, Mariagrazia was originally from Laterina. She told me her hometown organised an annual medieval festival in July called Di Ferro e di Fuoco. “Of Metal and of Fire? Is that a Game of Thrones book?” - we both laughed. I asked if it was similar to Palio, organized in Siena. "Well, in Arezzo there is a festival called Saracino similar to Palio", - she specified. "There are 4 towers representing 4 different parts of town. The inhabitants of each part support their team. I really prefer Saracino to Palio, because animals are treated much better than in Siena”.
Daniele worked for Esselunga as a senior manager of the pastry section and had a twin brother. He told me about a festival called Sagra dell' Pici All'Aglione. Pici is a kind of spaghetti but larger, typically served with ragù, meat sauce or tomato sauce with a special kind of garlic called aglione. It doesn't have the same taste as regular garlic, it's more delicate.
Elena, a candidate from Prato told me about famous cookies called cantucci that are eaten with vin santo - a typical wine in Tuscany. Prato is home to a bakery shop called Pasteficcio Mattei, famous all over the world. Elena told me she made friends with a German girl who came to Prato just to visit that bakery shop! She also suggested me to try other delicious cookies called brutti e buoni.
A young candidate from Imprunera told me about a typical dish called Peposo, a steak prepared with a lot of pepper. A festival held there called Festa dell' Uva, held at the end of September. Theatre performances and costumes are prepared.
Montevarchi. The first weekend of September a festival called Perdono. Lunapark for children.
San Giovanni Valdarno. Peposo alla San Giovannese.
The last candidate for the day came from Terontola. It's an important train station. At the end of August they organise a pizza festival called Sagra di Bacialla.
Having finished my work day, I quietly walked around Florentine streets, embraced in Christmas lights. I spent quiet two hours sitting outside finishing my glass of wine and reading through my notes before taking the train back to Rome.
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03.10.19 | Week #02 Roma by night ! The last picture is from La Sagra dell’Uva di Marino, the tradional festival of wine in Marino wich happens each year in october In the order : Basilica di San Giovanni ; Colosseo ; Foro Traiano ; Marino.
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Un castello che, come per magia, prende forma dalla roccia, creando una perfetta fusione tra uomo e natura: ecco il sorprendente borgo siciliano di Sperlinga, in provincia di Enna. Sperlinga, ph. ollirg (123RF) Un romantico e magico alternarsi di pietra e architetture che si adagia all’ombra dell’antica rocca scavata nel tufo, dove il tempo sembra essersi fermato. Per la precisione al XII secolo a.C. quando i Siculi si sono fatti strada nella pietra ricavandone rifugi e abitazioni rupestri che, piano piano, si sono trasformate in quel maniero che ancora oggi affascina i visitatori. Castello di Sperlinga Ph. RobertoGennaro (iStock) Il castello di Sperlinga Oltrepassando il ponte levatoio, ci si trova in un mondo davvero fantastico, di quelli da film: un susseguirsi di ambienti differenti creati nel tufo, dalla scuderia all’officina per la lavorazione dei metalli, al serbatoio per l’acqua e persino un carcere! Da citare la sala di forma circolare abbellita da dodici nicchie posizionate a distanza crescente una dall’altra: uno studio architettonico pazzesco, considerato il periodo della creazione. Non si sa precisamente per cosa sia stata costruita, se come luogo di culto o altro, ma è sicuramente un antro con un’atmosfera unica. Salendo la scalinata si raggiunge la torre, dalle cui merlature ci si perde in una vista mozzafiato sul territorio circostante. Se all’interno è un reperto archeologico importante, l’esterno è ancor di più un elemento storico raro: le 50 grotte artificiali ricavate in epoche remote che ospitano delle piccole abitazioni di una o due stanze, rimangono uno dei lavori umani rupestri più preziosi d’Italia. In alcune di queste il Comune vi ha ricavato un Museo Etnografico. Vicoli di Sperlinga Ph. MTravelr (iStock) Le chiese e gli eventi da non perdere Le Chiese del borgo dove soffermarsi sono quella delle Mercede ai piedi del castello, la chiesa Madre e la seicentesca chiesa di Sant’Anna, annessa al convento di Agostiniani. Tra gli eventi da segnalare ci sono il Corteo Storico delle Dame dei Castelli di Sicilia il 16 agosto, che rievoca l’episodio storico del 1282, quando Sperlinga resistette al nemico per ben un intero anno, tutto in costumi d’epoca. Al termine il grande spettacolo pirotecnico. Lo stesso giorno avviene anche la Sagra del Tortone, manifestazione ai piedi del castello dove si può degustare il casereccio tortone, dolce fatto con la pasta del pane fritta in olio e cosparsa di zucchero misto a cannella, insieme al vino locale mentre si cammina tra le bancarelle ricche di prodotti artigianali. Il 24 agosto è la festa del patrono San Giovanni Battista, mentre il 6 di dicembre è il giorno dedicato al Presepe vivente. Per il palato lasciatevi avvolgere dal gusto degli ottimi formaggi locali come il caciocavallo, il piacentino e la ricotta fresca, che è ingrediente fondamentale per la cassata, il dolce tipico natalizio. Ma anche dalla frascàtela, la polenta di farina di grano duro o di cicerchia, con lardo e broccoletti che soddisferà ogni vostra voglie gastronomica. Grotte di Sperlinga Ph. GiovanniCaruso (iStock) https://ift.tt/34UAd2O Sperlinga, il borgo siciliano nato dalla roccia Un castello che, come per magia, prende forma dalla roccia, creando una perfetta fusione tra uomo e natura: ecco il sorprendente borgo siciliano di Sperlinga, in provincia di Enna. Sperlinga, ph. ollirg (123RF) Un romantico e magico alternarsi di pietra e architetture che si adagia all’ombra dell’antica rocca scavata nel tufo, dove il tempo sembra essersi fermato. Per la precisione al XII secolo a.C. quando i Siculi si sono fatti strada nella pietra ricavandone rifugi e abitazioni rupestri che, piano piano, si sono trasformate in quel maniero che ancora oggi affascina i visitatori. Castello di Sperlinga Ph. RobertoGennaro (iStock) Il castello di Sperlinga Oltrepassando il ponte levatoio, ci si trova in un mondo davvero fantastico, di quelli da film: un susseguirsi di ambienti differenti creati nel tufo, dalla scuderia all’officina per la lavorazione dei metalli, al serbatoio per l’acqua e persino un carcere! Da citare la sala di forma circolare abbellita da dodici nicchie posizionate a distanza crescente una dall’altra: uno studio architettonico pazzesco, considerato il periodo della creazione. Non si sa precisamente per cosa sia stata costruita, se come luogo di culto o altro, ma è sicuramente un antro con un’atmosfera unica. Salendo la scalinata si raggiunge la torre, dalle cui merlature ci si perde in una vista mozzafiato sul territorio circostante. Se all’interno è un reperto archeologico importante, l’esterno è ancor di più un elemento storico raro: le 50 grotte artificiali ricavate in epoche remote che ospitano delle piccole abitazioni di una o due stanze, rimangono uno dei lavori umani rupestri più preziosi d’Italia. In alcune di queste il Comune vi ha ricavato un Museo Etnografico. Vicoli di Sperlinga Ph. MTravelr (iStock) Le chiese e gli eventi da non perdere Le Chiese del borgo dove soffermarsi sono quella delle Mercede ai piedi del castello, la chiesa Madre e la seicentesca chiesa di Sant’Anna, annessa al convento di Agostiniani. Tra gli eventi da segnalare ci sono il Corteo Storico delle Dame dei Castelli di Sicilia il 16 agosto, che rievoca l’episodio storico del 1282, quando Sperlinga resistette al nemico per ben un intero anno, tutto in costumi d’epoca. Al termine il grande spettacolo pirotecnico. Lo stesso giorno avviene anche la Sagra del Tortone, manifestazione ai piedi del castello dove si può degustare il casereccio tortone, dolce fatto con la pasta del pane fritta in olio e cosparsa di zucchero misto a cannella, insieme al vino locale mentre si cammina tra le bancarelle ricche di prodotti artigianali. Il 24 agosto è la festa del patrono San Giovanni Battista, mentre il 6 di dicembre è il giorno dedicato al Presepe vivente. Per il palato lasciatevi avvolgere dal gusto degli ottimi formaggi locali come il caciocavallo, il piacentino e la ricotta fresca, che è ingrediente fondamentale per la cassata, il dolce tipico natalizio. Ma anche dalla frascàtela, la polenta di farina di grano duro o di cicerchia, con lardo e broccoletti che soddisferà ogni vostra voglie gastronomica. Grotte di Sperlinga Ph. GiovanniCaruso (iStock) Un castello, che come per magia, prende forma dalla roccia, creando una fusione tra uomo e natura: ecco il borgo di Sperlinga, in provincia di Enna.
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Festa dell’Isola Comacina 2023
Dopo tre anni torna alla grande la Sagra di San Giovanni, la più antica manifestazione del Lago di Como attesa da migliaia di appassionati che raggiungono la Tremezzina con ogni mezzo. Centro dell'evento, che quest'anno si svolge sabato 24 e domenica 25, è la splendida Isola Comacina, con i bellissimi fuochi d’artificio, omaggio a una storia che rivive ogni anno nel ricordo dell’incendio che devastò l’isola nel 1169. Già dai primi anni dell’anno mille, era molto forte la rivalità tra Como e Milano. La più importante causa del contendere era il controllo delle principali vie di comunicazione e dei valichi alpini che giù nel 1118, portò alla così detta “Guerra dei dieci anni”. Nel conflitto, tutti i comuni del Lario compresa l’isola Comacina, si schierarono a favore del capoluogo lombardo. Per due volte, nel giro di pochi anni, dal 1119 al 1121, l’isola ebbe la peggio. La rivincita, completa e devastante, giunse nel 1127, quando Como dopo un lungo assedio, via terra dai milanesi, via lago dai lecchesi supportati dagli altri abitanti del Lario, quelli dell’isola compresi si arrese e venne distrutta. La sconfitta indusse i comaschi ad approfittare dell’ennesima discesa in Lombardia, di Federico Barbarossa per allearsi con lui in funzione anti-milanese. Nel 1169, dopo aver praticamente distrutto il capoluogo lombardo, l’isola si trovò completamente in balia di Como, aiutata dalle tre pievi (Dongo, Gravedona e Sorico), venne invasa, data alle fiamme e rasa completamente al suolo. Distruzione di fortificazioni, case, della basilica di Sant’Eufemia che custodiva le reliquie dei Martiri donate nel quinto secolo da Sant’Abbondio. Venne bruciato tutto quello che c’era e venne sparso del sale per non fare cresce più nulla. L’Isola non rinacque più e i pochi superstiti si trasferirono a Varenna, allora “Insula Nova”, portandosi dietro le reliquie. Non bastando la distruzione totale e la diaspora dei suoi abitanti, l’isola venne anche scomunicata dal vescovo di Como Vidulfo. Como, colpevole di aver distrutto anche le chiese dell’isola subì una scomunica da Papa Alessandro III. Barbarossa, volendo accertarsi che la Comacina non potesse più risorgere in tutta la sua potenza, in un decreto del 1172 proibì in via assoluta la ricostruzione del castello dell’isola. Il mattino del 24 giugno dalla Chiesa di Sant’Eufemia di Ossuccio, frazione di Tremezzina che sorge davanti all’isola, parte il caratteristico corteo di imbarcazioni storiche e dopo la celebrazione eucaristica sulle vestigia della chiesa, alle 16 si svolge la regata tra le lucie che, partendo da Ossuccio, ha il suo punto d’arrivo a Sala Comacina. Diverse sono le leggende legate all’isola Comacina. La prima porta addirittura al Sacro Graal. Giuseppe d’Arimatea, una volta lasciata la Palestina, si rifugiò in Britannia con il Santo Graal, dove rimase per cinque secoli, affidato ai sacerdoti della chiesa Aquae Sulis. Nel VI° secolo a causa dell’avanzata di eserciti pagani si volle portarlo in un luogo più sicuro. Un sacerdote si incaricò di portarlo a Roma dal Papa. Ma quando arrivò all’Isola Comacina, a causa dell’invasione dei Longobardi fu costretto a fermarsi. Al Santo Graal venne dato il merito della resistenza riuscita contro i Longobardi, e fu costruita una chiesa (sull’isola) in suo onore. Con la vittoria dei Longobardi si cercò quindi di portare in salvo il Santo Graal, nascondendolo in un posto sperduto in Val Codera, dove si sono poi perse le sue tracce nei pressi del Saas Carlasc. Non a caso sin dai tempi dei Bizantini, l’isola viene chiamata Cristopolis (Città di Cristo), per altri storici “Crisopoli”, da intendere “città d’oro”. Quello che è vero e storicamente provato è che divenne una sorta di baluardo della cristianità, tanto da contare ben nove chiese, anche ricche, nella sua modesta superficie. E in un luogo del genere, effettivamente risulta essere un po’ un’anomalia. La seconda leggenda invece, ci porta a tre secoli dopo la devastazione dell’isola. Gli abitanti del tempo, ogni anno a giugno, vedevano i loro raccolti distrutti da violente grandinate. Implorarono così la protezione di San Giovanni Battista. Il santo in veste di pellegrino affamato e stanco, comparve improvvisamente dal nulla a un contadino di Campo di Lenno, il quale non rifiutò di offrire quel poco che aveva. Il pellegrino lo ringraziò e gli disse di recarsi sull’isola Comacina e di scavare in un punto preciso sotto un noce e poi scomparve nel nulla com’era arrivato. Il contadino raccontò la storia ai vicini, alcuni lo presero per matto, agli gli credettero, così andarono a scavare nel punto indicato dal misterioso viandante. Apparve prima una lastra marmorea, una pietra d´altare, candida e finemente scolpita. Dove sono raffigurate alcune scene della vita di San Giovanni Battista e a lui, naturalmente, è dedicata la Chiesa che a furor di popolo venne eretta nel punto esatto del ritrovamento. Da allora i furiosi temporali cessarono e si tenne una processione che si ripete ogni anno, con contorno di feste e luminarie notturne. Divenne tradizione mangiare, per l’occasione, polenta e lumache in umido. Cioè quel poco che poteva offrire la terra. Qualcuno pensò di utilizzare i gusci vuoti dei molluschi: con un po’ di olio e uno stoppino divennero lumini, da qui il nome di lumaghitt. Da allora la sera della vigilia il lago viene sfarzosamente illuminato, non solo coi lumaghitt, ma anche con ceri e luci elettriche collocati nelle barche, sui balconi delle case. La tradizione popolare vuole che legata all’isola vi sia una maledizione secondo la quale chiunque decida di abitarla è destinato a morte immediata. Questa leggenda, tramandata nei secoli, è probabilmente legata al verosimile divieto di rioccupare l’isola imposto dal Barbarossa e dalla scomunica del vescovo di Como, Vidulfo: “Non suoneranno più le campane, non si metterà pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l’oste, pena la morte violenta”. Da allora nessuno più tornò ad abitare sull’isola Comacina a causa della maledizione. Questo fino al 1948, quando incuranti della maledizione che incombeva sull’isola da secoli, l’imprenditore della seta Carlo Sacchi e il campione di motonautica Sandro De Col, contattano Lino Nessi proponendogli di impiantare un ristorante nell’isola, abbandonata. Carlo Sacchi, nella notte tra il 15 e 16 settembre 1948, viene ucciso a Villa d’Este dalla contessa Pia Bellentani, in uno di quei casi di cronaca nera che rimase negli anni. Anche Sandro De Col, muore tragicamente a 47 anni a Lione il 2 luglio 1950 sulle acque del Rodano, dopo aver vinto l’ennesima corsa. Lino Nessi, considerati gli eventi funesti, vorrebbe abbandonare il progetto, ma la scrittrice inglese Francis Dale gli suggerisce l’esorcismo del fuoco. Questo veniva già praticato ai tempi dei greci, che lo facevano come rito di ringraziamento per il raccolto. E da allora non successe più nulla di tragico. Ogni volta che qualcuno onora la mensa della Locanda dell’Isola si svolge il rito del fuoco. E il ristorante nei decenni ha accolto vip e non da tutto il mondo. Tornando alla festa, il 23 Giugno, nascita di San Giovanni Battista, gli abitanti della Tremezzina, si recano nella chiesa di S. Eufemia in “Castel d’Isola” per celebrare una Santa Messa; questo è considerato il “vero” appuntamento per gli abitanti della zona che tiene salde le radici storiche e di fede. Il sabato successivo, la strada “Regina”, viene chiusa al traffico nel tardo pomeriggio. Praticamente da Argegno in avanti fino alla Tremezzina è tutto un susseguirsi di mercatini e cucine con degustazione di prodotti tipici locali che permettono al visitatore di godersi oltre allo spettacolo dei fuochi, di assaporare i prodotti del territorio, dove “pulenta e missultin, la fanno da padrone.” Lo spettacolo dei “lumaghitt” ha inizio all’imbrunire l’insenatura della Zoca de l’Oli e tutte le zone circostanti, vengono illuminati con ceri, lampade e quanto altro serva a dare luce. Nel golfo tra Ossuccio e Sala Comacina, ma anche più in là è tutto un brulicare di barche, motoscafi, battelli illuminati, addobbati a festa. Immancabile la “Lucia”, la tipica imbarcazione a remi del Lario. Il golfo dove si estende l’isola Comacina regala un meraviglioso gioco di luci in attesa delle ore 22.30 quando inizia lo spettacolo pirotecnico, il cosiddetto “incendio dell’Isola”: dodici bocche di fuoco e centinaia di lampade disposte lungo il perimetro dell’isola rievocano, a suon di musica, l’incendio appiccato dai Comaschi il 24 giugno del 1169 per punire le popolazioni del lago schierate contro l’imperatore Barbarossa. Lo spettacolo pirotecnico è qualcosa di veramente unico, sia per la location sia per la durata dello spettacolo, quasi un’ora ininterrotta di fuochi con l’isola che assume via via il colore rosso, in ricordo del fuoco che la distrusse. I luoghi migliori per assistere ai fuochi oltre ad Ossuccio e Sala Comacina, sono Colonno e Lenno, ma anche dalla collina di Mezzegra, in particolare dallo spiazzo dove si trova la chiesa di Sant’Abbondio. Forti presenze si fanno sempre registrare anche sulla sponda opposta tra Lezzeno e Bellagio. Read the full article
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...sabato la musica di BARBARAEC a Penna San Giovanni per una festa esplosiva!!!! #barbaraec #orchestra #balloliscio #balera #cantanteitaliana #fisarmonica #organetto #dancing #ballidigruppo #latino #ballando #balloperpassione #lovemusic #lovepeople #tonight #tradizione #folklore #cantante #musicaitaliana #sagra #festa #fanclub #gastronomia #pennasangiovanni #festapatronale #Macerata #eventimarche (presso Penna San Giovanni) https://www.instagram.com/p/B1bWfnIohLg/?igshid=mwabhphpphkm
#barbaraec#orchestra#balloliscio#balera#cantanteitaliana#fisarmonica#organetto#dancing#ballidigruppo#latino#ballando#balloperpassione#lovemusic#lovepeople#tonight#tradizione#folklore#cantante#musicaitaliana#sagra#festa#fanclub#gastronomia#pennasangiovanni#festapatronale#macerata#eventimarche
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Sagra di San Giovanni e Fuochi dell’Isola Comacina, 22-23 Giugno 2019. Articoli di Lorenzo Morandotti in Corriere di Como 20 giugno 2019
Sagra di San Giovanni e Fuochi dell’Isola Comacina, 22-23 Giugno 2019. Articoli di Lorenzo Morandotti in Corriere di Como 20 giugno 2019
vai a Sito Turistico Ufficiale del Comune di Menaggio
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Dj Tubet ha cantato in Festival, Feste di piazza, Comuni e Sagre tra cui:
Recentemente ho cercato di fare un po’ di mente locale sui principali eventi e luoghi dove ho fatto qualche concerto...L’elenco è di gran lunga incompleto mancante dei locali o delle Jam Hip Hop o di molti concerti ai tempi della DLH Posse di cui non ho traccia....
Ho riepilogato un po’ di situazioni in questo elenco sommario..
FESTIVAL
Europei
Sziget festival (Budapest - Ungheria )
Rototom Sunsplash (Benicàssim - Spagna e Osoppo Italia)
Reggae in the park (Burgenland – Austria)
Fête de la Musique Prématurée (Puisserguier - Francia)
Liet international (Lorient - Francia)
Mem Livingroom of languages (Leeuwarden-Paesi Bassi)
Festival Est-Ouest (Die - Francia)
Cuntorni, Festival de littérature et de musique méditerranéenne (Corsica)
Italiani
Gusto Dopa Al Sole (Salento)
Festival della Nuova Canzone Lombarda (Spriano – Bergamo)
RADICI & GERMOGLI roots&dub FESTIVAL (Bologna)
Muzac Festival (Ferrara)
Wir. Heute! Morgen! Europa.- Theater Bozen (Bolzano)
Tecniche Perfette – Finale Italiana (Roma)
Pamali festival (Cison di Valmarino )
Festival Etnoforte (Cuneo)
Fara Rock (Bergamo)
Lamezia Demo Fest (Lamezia Terme )
Enjoy Vinadio (Cuneo)
Festa del Sole (Pratorondanino)
Positive Ruver (Parma)
Green age festival (Torino)
Hot dis Year (nord est)
Libera la Musica (?)
Produzioni D'assalto (?)
Premio Tracanelli (Ve)
One Love Reggae Reunion (Ud)
Friulani
Vicino/lontano (Ud)
Barcolana (Ts)
Udinejazz (Ud)
Settimana della Cultura Friulana (Ud)
Festival della Canzone Friulana (Ud)
Udine Art Mob (Ud)
Musicarnia (Ud)
Strofe dipinte di jazz (Go)
Natibongo festival (Ud)
Memorial Bob Marley (Ud)
HEARTICAL VIBES 4 Dub gatherin in the valley (Pn)
Festintenda (Ud)
Suns (Ud)
Travels 2018 (Ud)
EX State al chiosco (Ud)
La scimmia nuda (Ud)
San vito jazz (Pn)
Festival Mondiale della Canzone Funebre (Ud)
Dobialab (Go)
L'arte non Mente (Ud)
ConsApevolmente (Go)
LaScimmiaNuda jam session (Ud)
Forest park (Ud)
Pra Castello Live (Ud)
Elementi Sotteranei (Ud)
Homepage (Ud)
Musiche (Ud)
Cormor Salvadi (Ud)
Non processate Bob Marley (Ud)
Premi Friul (Ud)
Dub is what we whant (Ud)
Languages meet sport (Ud)
Acromax (Ud)
Festival Costituzione (Ud)
Diamo un taglio alla sete (Ud)
Festival del Coraggio (Ud)
Zâl par furlan (Pn)
Avostanis (Ud)
Blues in Villa (Pn)
Vicino/lontano Mont (Ud)
La Notte dei Lettori (Ud)
Come l'acqua de' fiumi (Ud)
Imperium (Ud)
L'Arlecchino Errante (Pn)
Palio Teatrale Studentesco (Ud)
Museo delle case narranti Fvg (Ud)
Udinestate (Ud)
Fiume in corso (Ud)
Dialoghi Festival itinerante della Conoscenza (Ud)
Eventi enogastronomici
Friuli Doc (Udine), Sapori Pro Loco (Villa Manin), Asparagorgo (Latisana), Fieste In Ponche (Faedis) , Green Volley (Faedis), Magnalonga (Savorgnano del Torre), Pascat day (Caporiacco), El Purcit in Ostarie (Martignacco), Fiera dei Santi (Rivignano), Sagre d Avost e dai Gjambars di Flum (Castions delle mura) , Love & Lyrics (Ciconicco di Fagagna) , Memorial Stefano Toniolo (San Giorgio di Nogaro), Festademocratica (Manzano) , LifeLovers (Gemona),Sagra del Muss (Mussons) , Sagre de Quarte d'Avost (Segnacco) , Festa del Perdon (Muzzana) , Sagra di Gonars (Gonars), Fieste dal Pais (Medeuzza) , Ferragosto Moggese (Moggio Udinese) , Povorap (Povoletto) ,Festa dello sport (Treppo Grande) , Sagra di San Giacomo (Cergneu) , Festa di San Giovanni (Moimacco), La festa del lampone e del mirtillo (Avasinis) , Fiera delle zucche (Bagnaria Arsa), Fieste da viarte (Cormons)
Altri Luoghi
Teatri (Giovanni da Udine,Palamostre, San Giorgio a Ud, così come molti teatri e auditorium dei paesi friulani con cui ho collaborato), Stadio Friuli (ud), Città Fiera (ud)
Comuni Friulani
Tolmezzo, Larisana, Pordenone, Udine, Nimis, Codroipo, Farra d'Isonzo, Gemona, Venzone, Lestizza ,Tolmezzo, Feletto Umberto, Colloredo di Montalabano, Cividale, Trieste, Gorizia, San Giorgio di Nogaro, Manzano, San Quirino, Precenicco, Villacaccia di Lestizza , Cormons, Tricesimo, Remanzacco, Fagagna , Comeglians, Romans d'Isonzo, Farra d' Isonzo, Ampezzo, Tramonti di Sotto, Tarcento, Frisanco, Maniago, Claut, Trieste, Resia, Cavazzo, Maniago, Spilimbergo, Martignacco, Tavagnacco, Basaldella, Pozzuolo, San Giovanni al Natisone, Roveredo in piano, Latisana, Muzzana, Tarvisio, Azzano Decimo, Palmanova ...
#dj tubet#live#festival#feste#piazza#sagre#date#riepilogo#eventi#rappper#friuli#teatro#auditorium#tour#concerti#spettacoli
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Cuglieri 📸 @angelc_1986 Oggi è un borgo affacciato sul mare, in origine era Gurulis Nova, città romana del II secolo a.C. Cuglieri si adagia ad anfiteatro sul colle Bardosu, nel versante ovest del Montiferru, di cui è da sempre centro principale. In cima all’abitato si erge la maestosa basilica di santa Maria ad Nives (della Neve), prima basilica minore sarda. Rimane sempre aperta, mentre visiterai le altre durante le feste religiose, in occasione di Monumenti aperti e della Settimana santa. I riti insenati dalle confraternite caratterizzano il borgo: processioni dell’Addolorata, ‘delle Palme’, dei Sepolcri, Coena Domini, s’Incravamentu e s’Iscravamentu e s’Incontru di Pasqua, accompagnati dai gosos, struggenti canti liturgici. Da 1927 a 1971 Cuglieri ha ospitato la Pontificia facoltà teologica, la prima fuori Roma. Storica è anche sa Colonia, sanatorio per bambini malati di malaria. Da non perdere le feste di san Giovanni (fine giugno) e di santu Tilippu, la sagra delle Panadas e il carnevale caratterizzato da sos Cotzulados. Attorno al centro abitato spiccano i monti Ferru ed Entu (oltre i mille metri), coperti di boschi. Allevamento e agricoltura sono le attività principali di un centro di quasi tremila abitanti: tra i prodotti spicca l’olio d’oliva, cui è dedicato il museo dell’Olio ‘Giorgio Zampa’, allestito in un frantoio.
Rinomato anche l’artigianato, in particolare manufatti di sughero, tappeti, arazzi e coperte di cotone e lino. #terrasarda #sardinia #unparadisochiamatosardegna #sardegna #cuglieri #oristano #sardegnapuntoradio https://www.instagram.com/p/Bx1THpJiwIX/?igshid=hqy8ol5vqz08
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DA MERCOLEDI’ 30 GENNAIO
AL VIA LA SAGRA DI SAN GIULIO 2019
Torna uno degli appuntamenti più attesi dalla città di Castellanza: la Festa Patronale – Sagra di San Giulio.
La sagra - organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con la Comunità Pastorale di San Giulio e San Bernardo e con la Caritas di Castellanza, con il supporto delle associazioni cittadine - prenderà il via Mercoledì 30 Gennaio alle ore 18.30 nella Chiesa di San Giulio con la S. Messa; dopo la funzione religiosa che segna l’inizio ufficiale della festa, in Piazza Paolo VI, sarà il volo della merla organizzato dal Rione Ingiò.
Giovedì 31 Gennaio nella Chiesa di San Giulio alle ore 17,00 incontro per i ragazzi su San Giulio con don M. Barontini; a seguire alle ore 18,30 S. Messa di inizio festa.
Dalle ore 19,15 in Piazza Libertà “Brucia la Gioeubia” con l’attesa distribuzione di vin brulè, polenta e brusciti, Pane di San Giulio e Vin Santo. Alle ore 21.00 in Sala della Comunità incontro sulla figura di san Giulio a cura di don M. Barontini, Parroco di Scopello.
Venerdì 1 Febbraio alle ore 21.00 nella Chiesa di san Giulio Veglia decanale e confessioni presieduta dal Vicario Episcopale in preparazione alla visita Pastorale dell’Arcivescovo Mons. Mario Delpini.
Sabato 2 Febbraio alle ore 15.00 in Piazza Paolo VI apertura della festa patronale con un concerto di campane e la consueta pesca di beneficenza. La manifestazione proseguirà alle ore 17,00 in Biblioteca con il reading musicale con A. Lavatelli e A.S. Romano “Il violino di Auschwitz”. Dalle ore 18,00 appuntamento gastronomico a base di trippa e fagioli cucinati da grandi chef. Alle ore 21.00 al Teatro di Via Dante Grande Concerto per Grandi Interpreti… Castellanzesi guidati dal direttore artistico Maestro Marco Colombo.
Domenica 3 Febbraio la Sagra di San Giulio raggiungerà la piena completezza con un’intera giornata dedicata ai festeggiamenti. Si apre alle ore 10,00 in Piazza Paolo VI e vie limitrofe Passa la Banda a cura del Corpo Musicale S. Cecilia; alle ore 10.30 alla Chiesa di San Giulio con la Messa Solenne presieduta da Mons. Giovanni Giudici. Alle ore 11,45 in piazza Paolo VI sarà il Rione In Sü ad offrire aperitivo e risotto; non mancheranno gli stand delle associazioni cittadine e la vendita di dolciumi. Alle ore 14,30 in piazza Paolo VI caccia al tesoro a cura del CAI; alle ore 15.30 in San Giulio Vesperi solenni e bacio della reliquia di San Giulio. Nel pomeriggio i festeggiamenti proseguono su piazza Paolo VI con la benedizione di moto e scooter alle ore 16.15 e alle ore 16.30 al Teatro di Via Dante con lo spettacolo di burattini della compagnia Pigliapupazzi e la premiazione del concorso Dolce di San Giulio 2018 e la merenda offerta dal G.S. Tapascioni e dal Rione Ingiò. Alle 17,00 nel Cortile del Municipio aperitivo musicale a cura del gruppo Giovani Castellanzesi – Djset e animazione.
Contemporaneamente alle ore 16,00 all’Asilo Nido Soldini di via Veneto, Nido Aperto e giochi per i bambini.
Per tutta la giornata nelle vie e nelle piazze adiacenti il Palazzo Comunale tradizionale FIERA DI SAN GIULIO.
La Festa patronale di San Giulio si concluderà Lunedì 4 Febbraio alle ore 21,00 nella Chiesa di San Giulio con la S. Messa per tutti i defunti della Parrocchia concelebrata dai preti nativi e da quelli che hanno svolto a Castellanza il loro ministero.
Per informazioni: Ufficio Cultura – tel. 0331526263 – e-mail: [email protected]
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